Se non fosse per il freddo, che al mio corpo biologico procura non poco disagio, e che a volte può essere una vera e propria scocciatura, gennaio rientrerebbe tra i miei mesi preferiti. Campagne vuote, la volta del cielo tempestata di stelle sul capo, le strade del paesello in cui vivo prive di gente a sera e dominate da una quiete a tratti mistica e surreale. Tutto in questo periodo mi rimanda al vuoto; sì, a quello spazio in me che conosco e tuttavia non conosco del tutto; so solo che si tratta del luogo in cui più di ogni altro posto vorrei dimorare; poiché lì avviene la mia rigenerazione. È lì che io mi immergo nelle acque battesimali del cosmo, del mio vecchio Io, e posso rinascere come nuovo Io in connessione col Principio della Vita. [Leggi di più…]
Cuore di CARNE O cuore di PIETRA?
I. La mente ordinaria è annuvolata
Un pomeriggio uggioso; giganti nuvole plumbee coprono il cielo: si muovono vorticosamente, come se avessero fretta di adombrare ogni minimo lembo di azzurro rimasto scoperto o volessero mangiarselo. Non accade, forse, così anche con l’uomo? – mi dico.
Cortei di pensieri fitti come vapori di fabbrica sono sempre lì, pronti ad oscurare ogni centimetro della nostra mente più limpida. Poi scoppia un temporale. Ascolto il dolce mormorio della pioggia, che scroscia sulla siepe e sugli alberi attorno a casa mia. Mi sa di una voce lontana e al tempo stesso così nota, provo ad ascoltarla, a sintonizzarmici sopra.. Mi sa di una carezza troppo a lungo dimenticata, di un tocco di mani che avrei tanto voluto dare e ricevere. Eppure sembra essere tutto così quieto e placido nella mia vita.. [Leggi di più…]
IL FUOCO DELLO SPIRITO
Tu non sei né freddo né caldo.
Magari tu fossi freddo o caldo!
Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo,
sto per vomitarti dalla mia bocca.
(Ap 3, 15-16)
Capita anche all’uomo meno “credente” del mondo di sperimentare talvolta un fervore istantaneo, uno scoppiettio imponente dentro di sé, una sorta di trasporto sublime a cui magari segue presto un’altra doccia fredda.. Che cosa accade dentro di noi?
Che cosa alberga nel profondo dell’animo umano? C’è qualcosa che non conosciamo del tutto sotto alle croste friabili del nostro Io ordinario – friabili proprio in quanto la fragilità è un connotato intrinseco all’umano – e sotto alle reti fognarie che lo attraversano; qualcosa che sfugge, che scappa via come un pesce (“Il pesce scappa”, afferma Marco Guzzi nel suo testo La reclusa), e che non è catturabile né definibile dalla mente ordinaria. [Leggi di più…]
STRETCHING DELL’EGO
“Simone è un ragazzo così tranquillo! Suvvia, non vedete com’è dolce il suo sguardo?”: una frase che fin troppo spesso mi sono sentito ripetere da quanti hanno occhi che non riescono a guardare oltre la linea dell’orizzonte. Dentro di me – ne sono ben consapevole – regna infatti tutt’altro scenario: sono furibondo; il mondo è in fiamme, ed come se avessi un’intifada in corso dentro di me.
Non sono affatto tranquillo sotto la superficie: c’è in me un deposito di polvere da sparo pronta a far saltare per aria ogni relazione o affetto – in base al vento che tira – perché ogni relazione mi consuma fino all’osso. Ho un impulso fortissimo a voler far terra bruciata attorno a me di qualsiasi pianta in fase di fioritura stia crescendo nel mio orto. E il bello è che non sono neanche del tutto cosciente di ciò che mi tiene ingabbiato in questa scatola: spesso è una sorta di terribile magia nera. No, non lo so, alla fine, con chi ce l’ho davvero – se non col mondo in generale.
Il nostro Io egoico-bellico può essere veramente terribile e fare un sacco di danni incalcolabili: me ne avvedo. Così, minaccio furiosamente di chiudere rapporti a cui tengo, tentando di spaventare l’altro in un diabolico capovolgimento di ruoli rispetto a quanto mi veniva fatto vivere da piccolo: occhio per occhio, dente per dente, si sa; ecco il mantra dell’Ego. “Come voi avete fatto a me, così io adesso faccio a voi”. L’esatto opposto del messaggio cristico. Il mio corpo non lo percepisco neanche più se non come un bastone di legno fatto solo di ossa rigide e muscoli contratti. “Ma andiamo, però, Simone!” – mi dice una voce interna – “Non esagerare! Dai, distraiti, vai a farti una passeggiata – oppure accendi la musica, chiama un conoscente con cui magari puoi litigare!”.
E così, dando credito a queste parole, finisco per ignorare quel grande malessere in me. Lo trascuro, non ascolto il mio corpo – e più lo trascuro, più il dolore si accresce – finché arriva il momento del collasso. Ho davvero notato in me questo meccanismo cata-strofico: quanto più lascio il mio Ego in balia di sé stesso, non curandomene, quanto più lascio che i rami pesantissimi prolifichino e si moltiplichino sopra a quel ceppo troppo debole per sostenerne il carico e dalle scarse radici, senza badare a potarne già adesso almeno un po’, tanto più la botta è forte allorché lo stesso tronco, gravato dal peso dei rami, crolla su sé stesso. [Leggi di più…]
GALLERIA DI AUTORITRATTI
“Ma chi sono io veramente?” – questa domanda mi tormenta sin dall’adolescenza e nell’arco dei miei trentanove anni di vita si è fatta tanto più pressante quanto più si assommavano i crolli e le varie cadute emotive a cui andavo incontro; ma non riuscivo mai a darmi una risposta.
Finché un giorno, nel 2018, al termine di un percorso comunitario, ho iniziato il percorso Darsi Pace, che mi ha aiutato a comprendere come l’immagine che abbiamo di noi stessi è mutevole, in quanto cambia in base allo stato della nostra anima.
Vorrei tentare qui di offrire una breve mappa di alcuni dei momenti del viaggio iniziatico, sempre e di nuovo da compiere, che ho sperimentato, tenendo a mente che la ricerca della nostra vera identità non cessa ed è un processo continuo, essendo l’essere umano uno spirito di carne abitato dall’Infinito. Noi, infatti, come spesso ricordiamo in Darsi Pace, oscilliamo costantemente tra 4 stati o livelli di coscienza, persino quando non ce ne rendiamo conto. [Leggi di più…]
UN SOGGIORNO NELL’OMBRA,
ILLUSTRATO ALLA LUCE DE “LA BELLA E LA BESTIA”, FIABA INIZIATICA PER ECCELLENZA
Chi cercherà di salvare
la propria vita, la perderà; ma chi
la perderà, la manterrà viva.
(Lc 17, 33)
Tutte le fiabe hanno una morale che verte sul discernimento tra bene e male e sul loro superamento. Tutte le fiabe narrano inoltre di un’alchimia interiore che implica la crescita personale dei personaggi; ma mai una fiaba come La Bella e la Bestia, che mi è capitato di rivedere ultimamente nella sua versione di cartone Disney, facendomi commuovere, esemplifica per me al massimo il processo iniziatico di trasformazione che tutti noi in Darsi Pace cerchiamo di vivere. [Leggi di più…]
DAL SILENZIO DEL SEPOLCRO A UNA BRECCIA DI LUCE
Ma di là cercherai il Signore, tuo Dio,
e lo troverai, se lo cercherai con tutto
il cuore e con tutta l’anima (Dt 4, 29)
Il buio mi ha sempre affascinato; ricordo che già da piccolo mi trasmetteva un senso di mistero e sacralità che non percepivo in ambienti troppo luminosi – e, stranamente, mi dava pure un senso di sicurezza che non percepivo altrove. Ma non solo. Il buio mi riconnetteva anche a quella percezione di finitezza e caducità delle cose che la mia personalità sin troppo entusiasta ed esuberante tende per sua natura a rifuggire.
Grazie a questi pochi anni – quasi tre – di lavoro nel movimento Darsi Pace ho potuto capire meglio perché ne ero così affascinato: il buio è l’anticamera all’esperienza di Dio. Da qui parte il viaggio iniziatico.
Concentro lo sguardo dentro di me – e cado; cado, o meglio, mi lascio cadere, quasi a strapiombo, nel mio “nulla”, in quella zona oscura dell’anima dove non sembra regnare altro che il deserto, e incontro i miei demoni, principalmente la mia vergogna e i miei terribili sensi di colpa. [Leggi di più…]
LE LACRIME, BALUARDO DELLA MIA VERA UMANITA’
La definitiva condanna all’infelicità e alla morte è data dalla resistenza che l’uomo spesso oppone al dolore e lo sforzo di inibire il flusso naturale del pianto è uno degli attentati peggiori all’anima umana; non mi era affatto chiaro, questo, da bambino o da adolescente, quando non mi curavo minimamente delle parti più emotive di me e quando il caos o il baccano di questo mondo mi sembravano l’unica dimensione da cui attingere il senso della mia esistenza terrena. Spesso, infatti, ciò che davvero conta nella vita ci sfugge di mano, non riusciamo a vederlo, o perché siamo assorbiti da mille altre cose o perché semplicemente ci pare che tutto vada bene così. Finché non è la vita stessa, a un certo punto, a metterci di fronte a una crisi radicale, a uno “scacco matto”, a un punto di rottura dal quale ci ritroviamo a dover mettere in discussione la nostra precedente identità e tutto ciò che su di essa avevamo costruito. Spesso è solo a partire da quei momenti che ci può apparire con sempre maggiore evidenza la durezza della scorza dentro cui il nostro tenero pompelmo è cresciuto, ritirandosi dalla periferia, e intorno a una polpa che non è più succosa e fresca ma è diventata flaccida e striminzita. Ci possono apparire sempre più evidenti “i nostri racchiusi bocci che non sanno più esplodere”, sentiamo cioè la nostra gelida “immobilità (interiore) come un tormento”, per dirla con alcuni versi di Montale del suo Agave su lo scoglio. [Leggi di più…]
Siamo anche su