Durante questo periodo pieno di tante parole e promesse mi è spesso venuto in mente quanto avevo scritto nel post “dichiarazione di missione personale” che concludevo con la seguente frase (familiare a chi frequenta il percorso dP da qualche tempo):
“…quello in cui crediamo (teologia) produce poi una visione dell’uomo (antropologia) e delle sue relazioni (sociologia)…”
Questa sintesi è per me un efficace chiave di lettura del mio vissuto e di quello che mi succede intorno anche in questo periodo di cambiamento del paese in cui abito.
Le agende, i contratti, le promesse rispondono in modo esplicito alla prima parte della frase? ossia alla domanda: in cosa crede l’uomo della polis che chiede la mia fiducia? in cosa crede il gruppo del quale fa parte? Prima di rivolgere questa domanda devo aprire un dialogo con me stesso: io (tu) in cosa credi? (attenzione alle risposte reattive … automatismo perverso).
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