Lo sguardo interiore non esclude l’orizzonte esteriore. Anzi, i tre livelli che scandiscono il lavoro nei Gruppi Darsi Pace, portano a guardare un po’ meglio dentro e fuori di sé, sulla scena della storia. Tra chi ha attraversato il presente, lasciandovi un’evidente traccia trasformativa c’è Giovanni Paolo II. Ecco allora il motivo di questo post: conservare in memoria qualche link a suo (e nostro) riguardo.
La trasformazione di un dispiacere in opportunità di comprensione più profonda.
Un mio amico, lo scorso anno, pensando di essermi di aiuto, ha pensato di pubblicizzare un mio concerto, scrivendo una mail ai suoi amici, impegnandosi, nella speranza di attirarli, in una lunga descrizione, in senso musicologico, degli autori e dei brani che avrei eseguito. Tutto, senza fare accenno a me, come “interprete”, ma solo come “amico”.
Alla fine, nessuno dei suoi amici è venuto al concerto e, ironia della sorte, neanche lui.
Abbracciare il mondo con la propria identità
Continuo le mie personali riflessioni sul nostro lavoro e quindi sui gruppi “Darsi pace”, che ultimamente hanno espresso il desiderio di proporsi al mondo intero.
Alcune considerazioni le avevo già iniziate nel mio precedente post, in quanto sento sempre più la necessità di pensare a voce alta, esprimendo con ciò quanto spesso tormenta chi ha intrapreso il nostro percorso.
Un’esperienza pilota Il Gruppo Darsi Pace di Mozzo Dorotina
Dopo il seminario intensivo tenutosi ad Eupilio nel dicembre 2007, il gruppo bergamasco che vi aveva partecipato decise di dare continuità alla proposta di Marco Guzzi incontrandosi regolarmente (ogni 30-40 giorni) per condividere la lettura del manuale “Darsi pace”, il lavoro autoconoscitivo e la meditazione.
Meglio su internet o davanti a un bicchiere di vino? Così l’uomo spirituale affronta i conflitti col mondo.
In che modo l’uomo spirituale affronta gli inevitabili conflitti della vita?
Quali modalità di comunicazione sceglie per comunicare la sua visione nel mondo senza scivolare nell’io bellico che ignora le ragioni altrui e si impunta stizzito sulle proprie?
Quali le forme più opportune?
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Un prete nei gruppi Darsi Pace
Il mandato che Gesù dà a Pietro, e a tutti coloro che si pongano alla sua sequela, risuona nelle parole del Vangelo di Giovanni che la Chiesa ci ha proposto di recente come lettura del giorno (Gv. 21, 15-19).
“Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle”: abbi cura dell’uomo, dell’umanità in travaglio, di questa abbondante messe che pochi operai si preoccupano di coltivare.
Cristo scomparso ?
Nei giorni scorsi il Vicariato di Roma ha diffuso due dati che, mi sembra, siano passati un po’ sotto silenzio e che invece forse vale la pena di meditare. Sono due dati piuttosto eloquenti che riguardano la città simbolo del cattolicesimo:
1. i matrimoni celebrati con rito religioso a Roma si sono, nel giro del ventennio 1990-2010 quasi dimezzati (da circa 8,500 a 5000), mentre quelli civili sono rimasti invariati.
2. 1 bambino su 2 che nasce oggi a Roma, non viene battezzato (14.000 battezzati su 25.200 nel 2010). Questi dati vanno ad aggiungersi ad un terzo, secondo il quale poco meno del 10% della popolazione partecipa più o meno saltuariamente alla messa domenicale.
Da Babele a Pentecoste
Dall’io smarrito all’io ritrovato!
Dalla separazione alla unificazione!
Un tale percorso è divenuto un po’ più familiare per i partecipanti al corso intensivo di Santa Marinella, dal 27 al 29 maggio scorso, conclusivo dell’itinerario annuale dei Gruppi Darsi Pace. La domanda “non retorica” sul rapporto tra l’Io e il Tutto, lanciata e dipanata da Marco Guzzi secondo molteplici incarnate prospettive, ci ha permesso di prendere un po’ più coscienza delle risposte non retoriche ma “trasformative” che essa merita. [Leggi di più…]
Con passione
Alla fine del triennio di base dei corsi Darsi Pace, dopo un itinerario spirituale-psicologico-culturale che si snoda per tre anni, si affronta un illuminante esercizio di autoconoscimento, riportato alle pagine 183-186 del manuale Darsi Pace, di Marco Guzzi, ed.Paoline, collana Crocevia:
” L’amore che ancora non ho espresso “.
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