Il mio personale approdo a Darsi Pace, circa cinque anni fa, non fu casuale né calato dal nulla. L’intero pensiero e opera vivente di Marco Guzzi hanno significato sin da subito per me la possibilità di una presa a terra, il gentile e fertile Atterraggio di un Cielo estremamente luminoso che già aveva fatto irruzione nella mia vita alcuni anni prima, cambiandone il corso per sempre.
Era il dicembre 2012, proprio mentre girava la voce che dovesse finire il mondo, quando in effetti quello che fino a quel momento io avevo conosciuto come “mondo” morì una volta per tutte, dopo che già da un po’ era seriamente entrato in crisi. Due figure che per un periodo della loro vita furono realmente in comunione di spirito, Nietzsche e Wagner, piombarono nella mia vita con la forza di una rivelazione sconvolgente. Fu come un lampo nella notte, un’intuizione di Nuovo mondo che si affacciava per me in un buio catastrofico, che sembrava realmente privo di uscita. [Leggi di più…]
Il teatro e l’opera del Nascente
Pratiche rivoluzionarie: per non farsi manipolare dai media
Provate a immaginare di vivere in un mondo dove il 99% della ricchezza mondiale appartiene all’1% della popolazione. Provate poi a immaginare che questo 1%, grazie al suo potere economico e finanziario, sia in grado di decidere quali governi e quali persone possano arrivare al potere; tutto questo con il fine di realizzare politiche a vantaggio delle diseguaglianze, delle privatizzazioni e dello smantellamento dello stato sociale.
Provate poi a immaginare che questo 1% abbia in mano anche i mezzi di informazione, che cioè gestisca e controlli la cornice entro la quale viaggia il flusso di notizie; in questo modo perciò decide quali debbano essere date e in che modo debbano essere date. Come scrive Manuel Castells: [Leggi di più…]
Come su un palcoscenico
A me sembra che le condizioni di vita di questo tempo senza precedenti proiettino come su un palcoscenico aspetti di noi già presenti prima ma poco visibili e non riconosciuti.
T. S. Eliot ha un termine molto efficace per indicare questo fenomeno : correlativo oggettivo, ossia un oggetto o una situazione che diviene formula e immagine di una particolare condizione emotiva.
Prendiamo il cosiddetto distanziamento sociale.
Non sta mettendo allo scoperto lo stato di separazione e di isolamento dagli altri in cui normalmente viviamo? A dispetto di tutte le apparenze e le storie che ci raccontiamo. Fanno testo le foto “virali” di persone sedute insieme al tavolo di un ristorante mentre armeggiano ognuno sul suo telefonino.
Le nostre effusioni, il nostro stare assieme sono spesso di superficie.
La prossimità fisica delle movida, degli stadi, delle discoteche spesso nasconde una disperata solitudine e una angosciante incapacità di entrare in vera intimità col nostro prossimo.
Quante volte ci siamo sentiti soli anche in famiglia, in mezzo agli amici, ai colleghi, ai compagni di scuola, in una chiesa affollata.
Paradossalmente, anche la sessualità – che più vicini di così non si potrebbe – non ci unisce nella maggior parte dei casi. Quando sono solo i corpi che si spogliano. [Leggi di più…]
L’arte del riciclaggio interiore
La nostra vita quotidianamente ci mette di fronte ad un grande problema: liberarci dei rifiuti. Ogni nostra attività ne produce, da quelle domestiche a quelle lavorative, persino le nostre necessità fisiologiche. Ne produciamo enormi quantità e abbiamo anche imparato abbastanza bene a distinguere i materiali riciclabili per riporli negli appositi contenitori, che gradualmente si riempiono. Eppure ad un certo punto questi rifiuti scompaiono dalla nostra vista e una volta arrivati al cassonetto possiamo anche dimenticarcene. Che liberazione, sono sparirti! In realtà sappiamo bene che non è così. L’immondizia è un grave problema dell’umanità, occupa un sacco di spazio e inquina l’ambiente. Ma finché non vediamo le immense discariche o gli ammassi di spazzatura per strada cerchiamo con tutto noi stessi di ignorarlo. [Leggi di più…]
Questa comunicazione incomunicante
Difficile oggi definire la comunicazione una possibilità di relazione, le nostre parole sgorgano spesso da parti di noi scisse ed alienate, si sfaldano lungo la via e arrivano distorte, depotenziate da ogni potere comunicativo, muoiono come nascono dalla parte morente, dai rigurgiti dell’ego.
Parole che s’infiltrano nelle nostre menti angosciate e convulse, come detonatori di un’esplosione che vorremo avvenisse per liberarci e di cui abbiamo paura. [Leggi di più…]
Vivere per Darsi Pace
“Ogni vita, ogni storia, personale, nazionale o planetaria, può diventare un’opera d’arte”
Pubblichiamo la conferenza tenuta da Marco Guzzi nell’ambito del ciclo “Profeti di Pace” nel novembre 2019.
L’incontro è stato organizzato da Antonio Mangiola, Presidente del MEIC (Movimento ecclesiale di impegno culturale – Gruppo romano Sant’Ivo alla Sapienza), che ha dialogato con Marco, coordinando poi il vivace dibattito con il pubblico presente. [Leggi di più…]
RIpensando il dolore
Qualche tempo fa stavo leggendo un testo di Marco Guzzi, intitolato Dalla fine all’inizio. A un certo punto a pagina 50 compare una citazione di Denis de Rougemont tratta da un suo famoso saggio, L’amore e l’Occidente. Mi viene in mente allora che in un angolo nascosto e polveroso della libreria, da qualche parte, avevo di questo autore svizzero un’opera intitolata Penser avec les mains. L’avevo acquistata forse una quarantina di anni fa alla libreria Feltrinelli di Bologna, che aveva appena aperto il settore internazionale con testi in lingua straniera. Non ricordo perché quel libro mi avesse particolarmente colpito, forse era uno dei pochi in francese che al tempo mi sembrava di capire o forse mi aveva attirato semplicemente il titolo. È una cosa che faccio spesso, di farmi ispirare da dettagli insignificanti come la grafica della copertina, la rilegatura, il tipo di carta e il font dei caratteri, l’odore delle pagine… [Leggi di più…]
Immergersi nella via della giustizia
Attraverso il nostro cammino gentile e graduale siamo giunti alla pubblicazione delle due puntate della sesta immersione Per Donarsi dal titolo: “LA VIA DELLA GIUSTIZIA” (tutte le IMMERSIONI già pubblicate potete vederle nella playlist sul canale You Tube di Darsi Pace).
Ho sempre sentito forte dentro di me la necessità di ridare una luce nuova alle parole, la necessità di uscire dal già noto, dal già saputo; per questo l’approccio dei gruppi Darsi Pace fondati da un poeta, hanno suscitato da subito in me un grande fascino.
Il punto di partenza del nostro Io ordinario, ogni giorno di nuovo, è la distrazione, la dispersione, la divagazione, perciò noi ci concentriamo, per entrare nelle dimensioni sottili dello Spirito che rende nuovi e freschi tutti i nomi, tutte le parole, tutte le cose.
Ogni giorno di nuovo noi abbiamo bisogno di raccoglierci in questa concentrazione che ci conduce in un silenzio profondo in cui le parole risuonano in una eco nuova rigenerandoci. [Leggi di più…]
Rivoluzione è rinascere assieme
I. Reset: ripensare l’umano durante la quarantena
Vorrei partire da un’affermazione personale:
anche in questa fase difficile, ambivalente, apocalittica per certi aspetti, ho fatto esperienza del fatto che la pratica spirituale può mutare lo stato delle cose.
Per pratica spirituale intendo quella dinamica di osservazione di sé e di connessione con la fonte dell’essere, che opera poi delle azioni concrete di riformulazione della vita comunitaria e politica. Dopo Cristo infatti, come dice Hoelderlin, Anche gli spirituali devono essere nel mondo. [Leggi di più…]
Giorni difficili
Sono giorni difficili, nel segno di un evento che ha portato confusione e paure, nuove regole di comportamenti caldamente raccomandati e sempre più obbligati, che hanno drasticamente limitato la libertà di spostamento, di relazioni e di lavoro, confinando i più nelle loro case, come agli arresti domiciliari. Per me tutto questo è molto strano, perché da diversi anni ormai vivo in un regime autoimposto di forte isolamento, e ciò che della mia situazione fino a ieri era anormale agli occhi del mondo, in un certo qual modo è oggi forzata esperienza di un po’ tutti quanti. Sebbene mi sia separato molto dai miei simili, sento dentro di me le stesse emozioni di tutti, le paure, la rabbia, la confusione dei pensieri, come portate dall’aria che respiro. Perlopiù sono negative, mi avvelenano l’anima e mi fanno sentire ancora più solo. [Leggi di più…]
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