Assumiamo una posizione comoda, eretta, e rilassata, e lasciamo che la serena attenzione al respiro plachi progressivamente il rumoreggiare dei nostri pensieri e delle nostre emozioni. Accompagniamo, come di consueto, l’inspiro con l’attitudine interiore del sorriso, e l’espiro con quella dell’abbandonarci: sorrido/ mi abbandono. Non lasciamo che queste restino semplici parole automaticamente ripetute, bensì rilanciamo ad ogni inspiro la nostra disposizione al sorriso accogliente, alla dilatazione interiore, e ad ogni espiro abbandoniamoci un po’ di più nel nostro abbandonarci, nel nostro non trattenere, nel nostro lasciar andare, lasciar scorrere via.
Terza Meditazione: Chi sono io nel perfetto perdono
Darsi Pace: un metodo, un movimento
Ogni giorno di nuovo ci è richiesto di dare ragione della nostra fede, delle nostre scelte, della nostra adesione alla vita, perché, come scriveva Henry Nouwen, “tutto ciò che non è deciso, è spazzatura”.
Come eterni principianti cerchiamo perciò di spiegare innanzitutto a noi stessi i motivi del nostro rimanere – con sempre maggiore gusto e beneficio – nei Gruppi Darsi Pace.
Beatamente “illusi” come bambini
” l’arte del volere bene partendo dalla nostra ricerca di integrità, senza troppi sforzi, senza troppe forzature.”
Questa frase rivoltami nel telematico da Marco, mi ha indotta a fare il punto sulla mia situazione circa la via iniziatica che conduce all’integrità.
Seconda Meditazione: il mio io è aperto all’infinito
Ora avviamo la nostra seconda meditazione, seguendo i medesimi passi iniziali indicati già nella prima. Qui noi non li ripeteremo con la stessa precisione, ma è necessario riattraversare ogni volta i singoli stadi del processo meditativo, realizzandoli nella loro successione organica. Dobbiamo cioè imparare a distinguere con cura la rappresentazione puramente mentale di questi stati dalla loro realizzazione concreta come progressiva mutazione della nostra forma mentis. |
PRIMA MEDITAZIONE – FLUIDIFICHIAMO LA NOSTRA MENTE
Il lavoro trasformativo autentico implica, ogni volta che lo si intraprende (e quindi ogni giorno o più volte al giorno), una fase preparatoria, e cioè una preventiva fluidificazione della sostanza della nostra anima, che è invece ordinariamente contratta e indurita, in quanto solo ciò che venga reso almeno in parte malleabile può poi essere riplasmato. Inoltre la penetrazione entro le dimensioni più profonde del nostro essere non può che essere graduale ed in un certo senso preparata.
IMMAGINAZIONE E REALTA’
Durante il cammino di purificazione della psiche ci si imbatte nel nodo “immaginazione”. “Fantasia” ne è un sinonimo. L’immaginato che si struttura si fa realtà, così accade che il reale diventi immaginato. In altre parole, la realtà non è quella che è, ma è ciò che non è, rectius è la proiezione del nostro immaginario, è il costrutto delle nostre fantasie ricorrenti. Quando l’immaginario si flette verso l’egoico, le nostre azioni saranno scandite dall’egoico. Io sarò il centro della realtà immaginaria. Se esso, invece, tende a figurazioni dell’io sano o risanato, le nostre azioni saranno movimenti di liberazione.
Poesia e iniziazione
Pubblichiamo la conferenza “Poesia e iniziazione. Parole dell’inizio e della fine” tenuta da Marco Guzzi a Roma il 2 dicembre 2010.
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Sulla via della espansione
Scrivo questi pensieri subito dopo il secondo incontro del gruppo di coordinamento regionale Darsi Pace del Lazio che assieme agli altri inizia una attività di contatto, ascolto, stimolo e organizzativa del tutto nuova rispetto al passato.
Ad oggi sono nati i seguenti gruppi regionali:
Emilia Romagna; Piemonte; Lombardia; Marche e Abruzzo; Toscana e Umbria;
Puglia, Calabria, Campania e Sicilia; Sardegna, Veneto, Trentino e Friuli;
resto dell’universo; ognuno dei quali ha il suo responsabile ed ha iniziato l’attività di ricerca comune delle possibili modalità per ampliare e migliorare il nostro impegno di rinnovamento culturale, psicologico e spirituale nel difficile momento storico che stiamo vivendo.
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