Breve intermezzo musicale in questo mare magnum di alte riflessioni, emozioni, cultura, spirito e sentimenti…. una piccola pausa di evasione ogni tanto ci vorrà pure, no?
Propongo questa band americana di Nashville per la quale da pochi mesi ho perso la testa, è stato un colpo di …. fulmine, ma ho capito che il rock non è sul viale del tramonto, il rock è tornato … più vero e bello che mai, largo ai ….. Kings Of Leon!
Veicolato dall’attenta sensibilità di mio figlio Edoardo mi sono ritrovato ad ascoltare con la giusta predisposizione uno dei più accattivanti brani della band : Fans, … e da allora non ho smesso più.
Si tratta di rock vero, puro, senza mistificazioni, con dentro tutta la storia e la tradizione di questo genere e la proiezione verso i suoi orizzonti prossimi venturi.
Si tratta di quattro ragazzi, tre fratelli Caleb (voce e chitarra acustica), Matthew (chitarra elettrica) e Nathan (percussioni) ed un cugino Jared (basso elettrico), i Follwill che in breve tempo, con quattro solidi album e lunghe ed apprezzate tournee in giro per il mondo (in particolare in Inghilterra e in Australia) si sono fatti spazio e nome tra gli appassionati ed i critici (la rivista Rolling Stone è entusiasta). Basta dire che nello scorso 2008 in Inghilterra il loro ultimo album “Only by the night” ha venduto più dei veterani di casa, i Coldplay.
Figli del pastore pentecostale Leon, in onore del quale è dedicato il nome della band, i tre fratelli sono cresciuti girando in lungo ed in largo il centro e il sudest degli stati uniti assieme con il papà, predicando, pensate un po’, il vangelo cristiano, e ricevendo al contempo una ottima educazione musicale.
Con un suono lucido che, nel rispetto della tradizione, mescola sapientemente le sue radici rock, country, folk, pop, blues con le più attuali influenze del garage e le oscurità dell’hard, che strizza l’occhio all’indie rock e si compiace di atmosfere psichedeliche, questi quattro ragazzi (tutti sotto i trent’anni) confezionano uno dopo l’altro brani energici, singolari, piacevoli, fluidi ma soprattutto veri, per il puro piacere di suonare e cantare insieme, far ballare, emozionare e divertire.
Perché i Kings Of Leon a Darsi Pace?
Perché … mi danno, e spero ne diano anche a voi, veramente pace, gioia e piacere, uno svago puro, limpido e armonico al quale appena posso mi abbandono ……
Perché … i tre fratelli hanno affermato sorridendo in un’intervista il grande influsso dell’educazione religiosa e del Jack Daniel’s (prodotto tipico del Tennessee).
Perché … citano tra i propri ispiratori i Joy Divisione e i Cure, e sanno arrivare dritti al cuore.
In Italia non sono ancora mai venuti, ma i figli del pastore pentecostale ne han fatta di strada.
Magari non vi interesseranno più di tanto e forse siete scettici quanto basta sul sano potere del rock, ma vi invito a provare.
Credo di avere detto le cose più importanti, non mi resta a questo punto che mostrarveli, e penso che il miglior modo sia questa versione live di Arizona al festival di Glastonbury (Inghilterra) 2008, brano maestoso ed epico che evoca nostalgici paesaggi lontani e sconfinati dove perdersi per ritrovarsi … nella speranza di portarvi per un po’ lontano, molto lontano da qui….
e, per apprezzare le doti accattivanti del sound di questa band, che come detto all’inizio mi hanno subito entusiasmato, a seguire anche la scintillante ballata Fans, con notevoli echi degli Who (di R. Daltrey e P. Townshend), sempre in una esibizione dal vivo stavolta al Festival di Reading (Inghilterra) del 2007, dove la voce roca potente e graffiante di Caleb ha modo di farsi notare insieme alle note della sua echeggiante, enfatica, chitarra acustica…
… e a tutti buona pace e buon ascolto, … poi, mi raccomando: di nuovo tutti al lavoro, eh!
Marco Falconi
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