Quadri di Alessandro Guzzi – Testo di Marco Guzzi
Lo sguardo incantato della ragazza alla finestra è quello dell’anima aperta all’ascolto, capace di reale abbandono al mistero abissale che la abita.
Questo mistero si sgrana nei quadri di Alessandro, che narrano le fasi del cammino iniziatico, alla ricerca dell’unione spirituale con la verità delle cose, con il senso del tutto: una integrità che nasce dall’intimità progressiva con parti di sé che languivano dimenticate nelle profondità dell’inconscio.
L’universo interiore si popola di presenze benevole che assecondano gli aneliti dell’anima e accompagnano, vegliando, lo schiudersi della nuova vita.
Il ritrovamento dell’anello d’oro caduto nelle acque del lago è pegno di nuovi tesori, e promessa di nuovi miracoli.
Il miracolo accade sempre in un momento determinato: avviene ad una certa ora di un giorno preciso, in un mese, in un anno della mia concreta storia umana.
Il tempo si concentra in questo istante e, nonostante tutti i limiti che sperimento, sento irrompere in esso un raggio di eternità: si apre uno spiraglio di salvezza.
Mi aggrappo, mi appoggio a qualcosa, ad una musica da fuori, che mi solleva dalla cappa mortale che mi stringe.
E’ la mia unica libertà: affidare tutta l’angoscia e la disperazione alla cura di un’armonia rivelata che non posso produrre da sola.
Tu vieni a liberarmi.
La tua presenza è la mia gioia: così mi risani, sussurrando parole di tenerezza e promettendo di musicare la mia vita per accordi sempre più sottili.
LA VIOLA D‘AMORE
Ore 18 e 20. Domenica
Ventisei luglio 1992. In casa
Trenta gradi. In testa
Un chiodo. Vige
La cappa in cielo. L’afa
Aggrava la terra.
Ascolto Bach:
Le sonate per liuto, e la mia gioia
Sei tu, presente.
“ Tu sei la mia cantata, ti musicherò
A due, a tre
Voci, ti strumenterò
Per il pensiero
Più vibrato, oh mia dolcissima
Viola”.
Marco Guzzi, Preparativi alla vita terrena, 2002
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