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Un altro racconto, dopo quello di Antonio e Giulia, una altra occasione per capire e per interrogarci sui segreti dell’amore e dell’unione tra uomo e donna.
Come accompagnamento del video e della testimonianza che Giuseppina e Fabrizio ci hanno dato al termine del corso intensivo “Imparare ad amare” nel novembre 2008.
E’ importante per noi sentire come nella storia umana ogni costruzione vera si basi su una ricerca inesausta e costante del senso delle cose, su una fedeltà alla vita che supera ogni chiusura o tentazione di ripiegamento su se stessi.
Ed è bello, a livello individuale, ma anche come coppia, non stancarsi mai di ri-raccontare la propria vita, magari in poche righe, in una sorta di esercizio essenziale ed esistenziale, che aiuta ogni giorni a ri-allinearci, a ritrovare il filo, la direzione, e lo slancio per nuove fioriture.
Lascio alle parole dirette di Giuseppina il compito di una sintesi, necessariamente non esaustiva, delle cose che hanno segnato e che guidano il tracciato della loro vita.
Al termine, due poesie che Giuseppina ha dedicato a Fabrizio nel corso degli anni.
“La nostra storia d’amore è iniziata esattamente 40 anni fa con una dichiarazione (allora era d’obbligo!!) sulle rive del mare di Populonia dove eravamo in gita insieme a tanti amici, il giorno di S.Giuseppe. Entrambi siamo partiti con la serietà e la certezza di essere fatti l’uno per l’altra.
L’incontro fu una vera svolta nella nostra vita, in particolare per me che, avendo vissuto tanti dolorosi lutti familiari mi ero tuffata nello studio e stavo per concludere gli studi all’Università di Pisa nella facoltà di lingue e letterature straniere. Ero convinta che sarei ritornata per sempre nella mia Sardegna per insegnare francese nelle scuole medie, ma la vita riservava altre destinazioni…
In effetti siamo sposati da 37 anni e per motivi di lavoro, necessità abitative e affettive (Fabrizio, ingegnere elettronico, è stato dirigente Telecom) abbiamo fatto sette traslochi con cambi di sede (Cagliari e poi Roma e Pisa), città dove non abbiamo potuto contare sul sostegno delle famiglie d’origine per la crescita dei figli.
Abbiamo sempre creduto e detto di esserci sposati in tre, non solo perché le nostre nozze furono benedette da tre sacerdoti amici di Fabrizio, ma soprattutto perché, essendoci sposati ad Assisi a meno di un anno dalla morte di mio padre, avevamo sentito particolarmente il bisogno del Padre come garante e custode del nostro SI.
In effetti durante il nostro cammino lo abbiamo sentito sempre presente (anche quando sembrava assente) in tutte le nostre difficoltà e negli scontri a volte anche molto forti che si sono sempre e comunque risolti riportandoci all’unità più consolidata.
Il nostro “nomadismo” è stato faticoso, ma segnato da tanti incontri e doni.
Nei nostri sogni c’era una famiglia numerosa con molti figli anche adottivi, in effetti ne abbiamo solo due (uno di 37 e l’altro di 30 anni), inizialmente affidati e poi adottati.
Il loro inserimento non è stato facile, specie quello del più grande che ci è stato affidato ad otto anni, quando il piccolo, affidatoci a 25 giorni, aveva 16 mesi.
Ora lavorano entrambi e vivono vicino Roma.
Per dare un sostegno adeguato al figlio maggiore la cui primissima infanzia è stata vissuta dentro un lager familiare abbiamo avuto bisogno per lungo tempo di un sostegno psicologico per noi genitori, cosa che ci ha messi in discussione profondamente, lavoro che continua… a farci camminare per imparare ad amare davvero….
Nei vari spostamenti abbiamo ricevuto il dono di incontrare tanti amici, ci siamo inseriti in gruppi, associazioni di volontariato e ricerca umana e spirituale (come, ad esempio, l’Associazione Ore Undici, http://www.oreundici.org/).
Abbiamo avuto una relazione privilegiata, intensa e consolatrice con la comunità dei Piccoli fratelli e sorelle del Vangelo di Charles de Foucauld, in particolare con fratel Carlo Carretto, fratel Arturo Paoli e la petit soeur Lidia Gert (olandese che per 30 anni ha vissuto da itinerante come il pellegrino russo).
Tutti e tre hanno vissuto per qualche tempo in casa nostra: sono stati per noi doni inviatici dal cielo. Ora, sia Fabrizio che io siamo in pensione. Da tre anni ci siamo trasferiti a Pisa e facciamo la spola tra Roma, dove stanno i figli ed abbiamo tanti amici, e la Sardegna.
Dopo la pensione nel 2002, ho pubblicato il mio primo libro di poesie e continuo a scrivere e a tenere contatti con alcune classi di studenti delle scuola medie per laboratori di poesia, invitata da colleghe-amiche.
Anche per questo mio interesse per la poesia considero l’incontro con Marco un grande dono, di cui faccio tesoro anche quando incontro i ragazzi nelle scuole”.
Nozze d’argento
E’ stato come circumnavigare l’Africa
spinti dal vento, dalla tempesta,
arenati talvolta per la bonaccia
nelle mangrovie, breve riposo.
Ecco siam giunti
al Capo di Buona Speranza
unica, perseguita meta,
gli occhi aperti sulla bussola del cuore.
Ancora navigheremo insieme, incantati,
solo l’Amore sarà il nostro bagaglio,
unica merce di scambio, nude le mani,
fra noi e tutti i compagni di viaggio.
(Giuseppina Francesca Nieddu, Pietre Vive)
Amore contadino
Ogni giorno mio amato contadino
te stesso mi porti in dono
fragole, fiori di zucca, pomodorini
erbose scarpe piene di fango
ruvide mani al profumo d’orto.
L’amore alla terra, oggi risorto,
ben lo conosci – qui tu sei nato –
zappi e diserbi, accorato la gramigna
che tuo padre non ha sterminato.
Qui, con te, contadina e regina
l’amore ha il sapore
di un’unica avventura
si coltiva come la terra nell’orto
sempre risorge, mai morto,
in una fragola, in un fiore.
(poesia inedita)
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