La sacra rappresentazione
Ciò che non nasce non m’interessa più.
Cade. Sa sacrificarsi.
Il sacrificio dell’asino e del bue
Scalda il presepe.
Io asino, io bue, io stalla
Di letame. Io donna
Ridente, io vecchio Giuseppe, io Mago
Che offro l’Oriente
Ai piedi dell’io bambino.
“Questo presepe è un proiettile, è un film: la sacra
Rappresentazione è la tua vita
Girata in un istante
Tra l’ora delle stelle e il tuo diluvio
Di pianto”.
Sento che vieni in me.
Sento il passo del tuo piede colossale
Varcare la figura planetaria:
Espormi.
E questo pino, davanti alla finestra,
Mi dice che sei tu
Che nutri i suoi aghi come questi
Sogni sempreverdi,
Sempre più nascenti
E veri.
Marco Guzzi, Preparativi alla vita terrena 2002
Se Gesù non nasce nel mio cuore, per me è venuto invano.
Tutte le figure del presepe si animano e mi rivivono dentro, sanno sacrificarsi per l’io bambino, per edificare l’uomo colossale: un corpo più grande di questa terra e delle sue limitazioni.
Questo presepe personalizzato è un proiettile: uccide tutto ciò che è morto e mi proietta, in una sintesi istantanea, alle estremità dell’universo.
Sento che nasce in me: varcando la figura planetaria, mi espone a dimensioni cosmiche.
La vita nuova irrompe nei sogni sempreverdi, donandomi la stupefacente grazia dell’attimo presente.
Caravaggio, Natività con i Santi Lorenzo e Francesco d’Assisi, 1609
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