Il collegamento con l’artista americano è arrivato improvviso. Durante l’ultimo incontro di Darsi Pace. Marco Guzzi, l’ideatore dei gruppi, aveva disegnato alla lavagna un grafico che descrive il percorso di ogni anima verso la sua liberazione. Aveva diviso lo spazio in due.
Da una parte un monte, che ognuno di noi sale bruciando i nodi delle sue ferite, delle sue maschere, delle sue difese; dall’altra un cielo, da cui – come dice Ezechiele – scende l’acqua della purificazione, la parola che – liberi dai nostri lacci – finalmente ci rende noi stessi, autentici nel nostro essere profondo. In mezzo a questi due mondi, una linea retta, una soglia dove l’incontro magicamente avviene.
Ho guardato quel grafico per un po’, poi mi sono ricordato: sì, ho già visto questo schema. Era un installazione di Bill Viola alla mostra in corso a Roma nel palazzo delle Esposizioni.
Il racconto che Viola fa, con i suoi incredibili video proiettati in alta definizione su enormi schermi piatti a una velocità oniricamente lenta e fluida, ripeteva a suo modo lo stesso concetto. Un enorme sala buia al centro della quale un grande televisore. Da una parte vediamo un uomo incedere lentamente verso lo spettatore, camminando da molto lontano, fino a raggiungere dopo una decina di minuti il limite dello spazio. Poi vediamo una fiammella che dal basso lambisce i suoi pantaloni e che sale, sale su fino ad avvolgerlo completamente, fino a cancellarlo. Lì per lì pensi che tutto sia finito qui. Soltanto quando fai per andartene ti accorgi che dalla parte opposta dello schermo c’è lo stesso identico personaggio, che fa lo stesso identico percorso, negli stessi identici tempi e all’unisono con l’altro, ma che una volta arrivato alla soglia viene sommerso da una lunga e crescente docca purificatrice. Anche qui una doccia che finisce per dissolvere il personaggio. Prima il fuoco che annulla le storture del nostro ego, poi l’acqua che ci rigenera nella verità. Lo stesso concetto che avevamo sviluppato nel gruppo.
Consiglio a tutti di visitare la mostra di Viola, per molti critici il più grande artista vivente. Da anni lavora con i pixel come colori di una tavolozza ed è uno dei pochi artisti capaci di trasformare la visione di un’opera d’arte in un’esperienza che confina col sacro. Impossibile non restare turbati, interrogati, chiamati a un pensiero di fronte a video come quelli esposti alla mostra romana. C ‘è l’incontro impossibile tra due amanti che si cercano senza mai toccarsi, divisi da una serie di veli su cui viene proiettata la loro illusione. C’è un incredibile movimento di punti bianchi nell’oscurità che si trasforma poco alla volta nel sorprendente ingresso di un angelo che scaturisce dalle acque. C’è la fila di persone sconvolte che si consolano a vicenda tra loro e guardano te, spettatore, con lo sgomento di chi è di fronte a un cadavere. Ci sono video carichi di spiritualità che riprendono le meraviglie del Rinascimento italiano, come Pontormo o Piero della Francesca.
C’è qualcuno che vuole condividere le emozioni della mostra? Per chi non è ancora andato, è bene affrettarsi. C’è tempo solo fino al 6 gennaio.
Bill Viola – Visioni Interiori ?Palazzo delle Esposizioni, Roma?Fino al 6 gennaio?Dalle 10 alle 20, venerdì e sabato fino alle 22,30?Lunedì chiuso??www.palazzoesposizioni.it
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