La parola Pace lascia sempre molto perplessi e fa scattare quasi sempre un pre-giudizio. Se poi troviamo scritto Darsi Pace allora più che ad un pregiudizio si finisce con il pensare ad un’invenzione pubblicitaria, uno slogan politico o ad un movimento religioso. Non è sempre così. Almeno non in questo caso.
DARSI PACE è uno spazio nuovo di riflessione – Oggi da più parti c’è l’esigenza di ri-trovare e di ri-appropriarsi di un nuovo spazio di riflessione dove la parola, il pensiero e l’azione ci rivelino di nuovo la bellezza del nostro essere uomini e donne a partire dalla complessità delle infinite relazioni che ci circondano. Dove finalmente si possa ritornare a parlare di una vita, che ha un suo senso, e una sua storia, che si intreccia insieme a quella degli altri e del mondo che abitiamo.
DARSI PACE è una chiave di lettura e un nuovo linguaggio – Trovare uno spazio nuovo non è sufficiente. Si avverte subito la necessità di una chiave di lettura per interpretare e capire la storia che viviamo tutti insieme e di un linguaggio nuovo per raccontarlo abbandonando quello “bellico” al quale siamo costantemente abituati.
DARSI PACE è uno stile – DARSI PACE diventa in questo modo un’attenzione e un’azione verso l’altro che si traduce in esperienza. E’ qualcosa che si tocca e si vede, è parte di noi una seconda pelle. Nasce e si alimenta nel confronto di idee, nell’approfondimento dei problemi, nella ricerca dell’innovazione. In questo senso Darsi Pace diventa uno stile, forse poco appariscente ma decisivo e incisivo .
DARSI PACE è una proposta di senso – E’ la scelta di vivere perennemente ad un crocevia tra ricerca interiore, psicologica e spirituale, creatività artistica e culturale, e prassi politica contenti di voler (e non dover) dare una risposta lì dove sta nascendo la nuova cultura del dialogo reale (il nostro quotidiano per essere chiari), una cultura che trasforma le persone, le culture e le tradizioni religiose.
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