Un segno noi siamo, senza significato,
senza dolore siamo e quasi perduta
abbiamo la parola in terra straniera.
Laddove infatti sopra agli umani
una contesa sta nel cielo e travolgenti
vanno le lune, parla allora
anche il mare e i fiumi stessi
debbono cercarsi un sentiero. Senza dubbi
è però uno solo. Colui
che di giorno in giorno può mutarlo. Non appena abbisogni
di legge. E risuona allora la foglia e querce alitano
presso il ghiacciaio. Giacché non tutto
possono i Celesti. Pervengono perciò
i mortali all’Abisso. Si volge così l’Eco
con questi. Lungo è
il tempo, accade appropriandosi tuttavia
il Vero.
Meditare il Risorto
Prepariamo la Primavera per Ri-nascere
A partire dal Mercoledì delle Ceneri, abbiamo dato il via al ciclo di dirette Facebook dal titolo “Prepariamo la primavera”. Ci siamo dati appuntamento sulla pagina Facebook Darsi Pace ogni mercoledì alle ore 18:30 e proseguiremo fino alla Pentecoste.
Ogni settimana i responsabili regionali ci accompagnano nelle diverse realtà territoriali del movimento, facendoci conoscere la ricchezza delle esperienze e delle attività gruppali che si stanno sviluppando in questi anni. [Leggi di più…]
I canali dell’ascolto
Pubblichiamo con piacere il testo dell’amica Claudia Vignati, praticante dei Gruppi Darsi Pace, linguista, acquarellista, insegnante, strumentista, cantante lirica e genitore, che descrive le derive estetiche delle tendenze musicali attuali e, nella contrapposizione tra la visione e l’ascolto, rimette al centro quest’ultimo, come cammino iniziatico di conoscenza di sé.
Le abbiamo chiesto, e lei ci ha regalato, l’esecuzione di un brano molto noto della tradizione spirituale degli schiavi neri nordamericani, un testo che riecheggia l’anelito universale di ogni uomo a fare ritorno alla vera patria al termine della breve vita sulla terra: la lunga la strada verso casa si colora di momenti di acuta nostalgia come quella che prova un bambino orfano che ha perso la madre.
La redazione, e il nostro filmmaker Emanuele, hanno voluto offrire a Claudia nel video un piccolo “omaggio alla carriera”. [Leggi di più…]
DARSI SCUOLA
Sono un insegnante, e credo di averlo sempre saputo, perché ricordo nei miei giochi da bambina che torturavo le mie sorelle comandandole a bacchetta e facendo finta di essere la loro maestra, avevo un registro e sapevo che avrei voluto fare questo nella mia vita. A 17 anni ho iniziato le mie prime lezioni in palestra con bimbe che sono orma diventate donne e rimangono affetti profondi, presenti nella mia vita ancora oggi.
Appena finito l’ISEF ho insegnato quattro anni in una scuola privata, poi mi è stato offerto un lavoro a tempo indeterminato. Siccome mi ero da poco sposata non potevo rinunciare a un minimo di stabilità che comunque mi permetteva di continuare a lavorare sempre come insegnante di attività motorie presso un centro di riabilitazione per ragazzi disabili. Quasi 30 anni di scoperte reciproche con i miei eterni ragazzi che mi restano tutti nel cuore, con alcuni cui è possibile rimango in costante contatto.
Sono approdata ai gruppi Darsi Pace nel 2010 e durante il percorso di formazione ho sempre sentito di porre l’insegnamento al centro del mio servizio, formando in fine il gruppo Darsi Scuola, pensato per dare la possibilità ai molti insegnanti, e non solo dei nostri gruppi, di confrontarci e condividere la visione di una scuola diversa. [Leggi di più…]
La saggezza delle fiabe
Il fascino dei miti e delle leggende, come segnaletica nel cammino interiore, lotta creativa tra forze opposte e ricerca della saggezza, rivive nel libro di Massimo Diana, che l’autore e Marco Guzzi presentarono alla Libreria Feltrinelli di Roma il 22 aprile 2010.
A distanza di 11 anni, la freschezza del testo e dell’incontro, di cui pubblichiamo il video, restano invariati. [Leggi di più…]
Imparare a nascere. Un libro, un cammino.
Caro Francesco, con queste parole vorrei esprimere la mia partecipazione e contentezza per la pubblicazione di questo tuo scritto, ringraziandoti anche per tutti gli anni di grande amicizia e lavoro creativo condivisi con te e con gli altri ragazzi. Lo sento davvero come un onore.
Ricordo molto bene quando, nel novembre del 2017, avemmo l’idea di iniziare un ciclo di dirette su Facebook per dar voce ad una profonda sete di annuncio, di dialogo sperimentale con un pubblico allora ancora modesto, in un periodo della nostra vita non facile, soprattutto per te, ma in genere per tutti noi del gruppo Humus, nato da poco e perlopiù ai primi passi. Ricordo che fu tua l’idea di ispirarci ai grandi anniversari rivoluzionari di quell’autunno, e tentammo perciò queste dieci dirette, ognuna di circa un’ora, pensate (con lo spunto di Lutero) come dieci tesi rivoluzionarie per una rinascita poetica della cultura contemporanea.
Umani: Sensibili, Simbolici e Liberi
DarsiSalute propone la seconda delle due interviste al teologo Francesco Massobrio.
La prima è disponibile qui.
In questa seconda conversazione siamo andati alla ricerca di ciò che ci caratterizza come esseri umani. Sono emersi in particolare i tratti del sentire, del simbolico e della libertà.
Certamente non siamo soltanto un puro dato di natura, eppure la nostra vita si può esprimere soltanto come concretezza. “Le connessioni cerebrali – ci ricorda Massobrio – si formano all’interno di esperienze, di azioni, di modalità con cui stiamo nel mondo” e tutto questo accade fin dall’avvio di ogni esistenza.
Veniamo al mondo abitati da un “intuito antropologico” fondamentale che la vita sia bella da vivere, e il sentire è esattamente ciò che viene destato da questo lato attraente della vita. Insomma, la vita ci affascina, nelle relazioni con noi stessi, con gli altri, con il mondo e ultimamente con Dio, in modo man mano più consapevole, ma comunque fin da quando siamo bambini. C’è un aspetto promettente della vita che ci sollecita, che accende il sentire come sentimento, e così ci mette in movimento tramite il desiderio.
“Il sentire cioè è un’apertura verso il senso del mondo” che poi è la domanda: è praticabile questa vita che mi ritrovo tra le mani? Immediatamente allora siamo chiamati alla ricerca del giusto senso di stare al mondo, e questo richiede subito un deciderci per, un acconsentire a, che talvolta si fa obbedienza, e certamente formazione.
La vita allora, aprendosi come attraente e promettente, ma ben presto mostrantesi anche come drammatica, è un compito che si può ottemperare con stile laborioso. Vivere è impegnativo, sempre da ripensare, da scegliere, da discernere.
La società odierna ha invece puntato tutto sul lato allettante, stimolante, lasciando indietro il lato laborioso. Così dal sentire / sentimento scivoliamo nell’emotività, nello stimolo che si dissolve nell’istante, nel bisogno che è la brutta figura del desiderio. E così perdiamo l’occasione di assaporare davvero il lato promettente, per andare a caccia di una soddisfazione pronta all’uso che entri in azione ad ogni pizzicorino dell’impulso.
Così facendo però smarriamo il gusto del senso del mondo.
Il sentire come apertura al senso è possibile proprio perché l’essere umano non è appiattito sull’istinto biologico, ma è immediatamente simbolico. Tutto ciò di cui facciamo esperienza ha fin da subito un’implicazione simbolica, che va oltre il dato di fatto, perché il biologico e il simbolico nell’uomo sono co-originari: dal fiore che regalo ad un’amica (che non è mai soltanto una pianta erbacea) alla vita donata per altri fino alla morte (che non è mai soltanto una persona annotata nel registro dei deceduti).
La libertà allora è la possibilità di prenderci in mano la vita, di deciderci in modo così radicale fino ad andare contro le logiche del mondo (che possono essere anche le logiche di un impulso di sopravvivenza), la possibilità di assumerci responsabilmente la vita e cercarne il giusto senso.
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Quarantena nel deserto
Ormai quasi un anno fa, per via del primo lockdown, trascorsi la Quaresima da solo, chiuso in un piccolo monolocale. Decisi dunque di dare un senso alla situazione che mi trovavo a vivere interpretandola come un periodo di “ritiro nel deserto”; di studio, e soprattutto di raccoglimento.
Ben presto, però, dovetti rinunciare a questo proposito (si trattava in fondo ancora di un progetto in buona parte egoico, dettato dalla convinzione di dovermi conformare a una certa immagine di me stesso, più spirituale e concentrata nello studio e nel pensiero, in maniera alla fine violenta, perfezionista e ambiziosa); mi ritrovai infatti in uno stato mentale sempre più precario, finché non fui costretto ad affrontare una crisi psichica piuttosto seria, che mi obbligò innanzitutto ad abbandonare ogni pretesa. [Leggi di più…]
La parola di Dio come scoperta di Sé
Accolgo l’invito di condividere alcune esperienze del mio percorso iniziatico, ringraziandovi per l’opportunità.
Una delle difficoltà che ho incontrato è quella della meditazione delle Letture del giorno, a cui Marco ci invita come completamento delle nostre pratiche. Difficoltà incomprensibile, considerato che, avendo fatto parte di vari gruppi spirituali, era per me cosa abituale. [Leggi di più…]
PREPARIAMO LA PRIMAVERA! – I GERMOGLI DI DARSI PACE
Quando i tempi si fanno difficili, bisogna imparare a operare nell’attesa, a seminare ciò che potrà fiorire, a preparare la primavera che niente e nessuno potrà fermare.
Per questo motivo abbiamo deciso di accompagnare questo tempo intermedio, di quaresima e di deserto, di attesa e forse anche di invisibile fioritura, con delle DIRETTE FACEBOOK che si terranno tutti i MERCOLEDÌ alle ORE 18:30 sulle pagine Marco Guzzi e Darsi Pace. [Leggi di più…]
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