Fino a quando nell’anima mia addenserò pensieri,
tristezza nel mio cuore tutto il giorno?
Fino a quando su di me prevarrà il mio nemico?
Guarda, rispondimi, Signore, mio Dio,
conserva la luce ai miei occhi,
perché non mi sorprenda il sonno della morte.
(..)Ma io nella tua fedeltà ho confidato;
esulterà il mio cuore nella tua salvezza,
canterò al Signore, che mi ha beneficato.
(Salmo 12)
La solitudine ci risucchia, è come un vortice che attira a sé e fa paura. Il mondo è più vasto di quanto possa immaginare e la vita scorre febbrile e non possiamo trattenere un solo istante. Fa paura questo mutamento incessante che è l’eternità in atto, perché sappiamo che non tornerà più, al contrario di quanto pensava Nietzsche, ed è questa la bellezza: l’eternità muore e rinasce costantemente in forme nuove. Lamentarsi, compiangersi non serve assolutamente a nulla. Solo l’adesso è prezioso. L’adesso non è l’appiattimento disperato sull’appiglio dell’attimo, non è un cavillo della mente. È la presenza reale del mistero nella carne, del divino nella insostituibilità di questa sfera in cui dimoriamo.
Siamo noi stessi solo quando siamo nella verità, e la verità è unicità, è restare nella profondità limpida dell’inquietudine che dà gioia. Essere nella verità è difficile perché nella relazione tendiamo verso forme in-autentiche di noi stessi per essere accettati e rientrare in una conformità generale. La verità infatti smuove l’esistente, l’assetto ordinato del visibile, rimettendo tutto in discussione. Gli uomini non amano la luce della verità. [Leggi di più…]
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