E’ passeggiare in riva al mare tutto solo che mi svuota. Si svuota la testa e divento piedi.
Cammino sulla sabbia del bagnasciuga e mi sembra di passeggiare tra le nuvole accompagnato dalle piccole onde che giocano a rincorrersi…poi la sabbia a tratti si trasforma in sassolini e il cammino cambia, impercettibilmente divieni più lento perché i piedi sprofondano quel nulla che ti fa fare più fatica…poco oltre una parte diviene sassi e allora non puoi non accorgerti che i piedi, premendo sopra i sassi, riempiono gli spazi vuoti sotto e lo sprofondamento è così evidente che i muscoli delle gambe fanno doppia fatica in confronto alla sabbia bagnata.
Libertà di sbagliare
Perché Darsi Pace
L’insoddisfazione del mio camminino spirituale e il desiderio di un percorso dinamico che comprendesse le varie dimensioni della persona e mi conducesse ad una preghiera più profonda, ad un rapporto più forte con il Signore Gesù, ad un maggiore equilibrio personale e ad una capacità di amare d’avvero: questi i motivi che mi hanno portata ad iniziare l’esperienza dei gruppi Darsi pace. [Leggi di più…]
Forse non è poi così semplice
Provate a dare in mano ad un bambino un nuovo gioco, di cui si intravvedano i meccanismi interni. La sua curiosità andrà a mille e così inizierà la sfida. Tenterà di staccare qualche parte, di smembrare il giochino fino a denudarlo, ritrovandosi con una serie di pezzetti da cui difficilmente però saprà ricostruire l’oggetto da cui era partito. Tuttavia, ha visto cosa c’è dentro il suo nuovo regalo, ha preso in mano una vite, ne ha capito l’alloggiamento e il funzionamento. Certamente ha guadagnato delle conoscenze, ma ha rotto il gioco che funzionava se tutto intero.
Questo assomiglia molto a ciò che fanno gli scienziati nel loro lavoro. Infatti, il criterio di base del metodo scientifico è la semplificazione. [Leggi di più…]
La via della conoscenza: di sé, del mondo, di Dio
Pubblichiamo la conferenza di Marco Guzzi in occasione dell’incontro comune con tutti i Gruppi Darsi Pace, che si è svolto a Roma il 12 marzo 2016.
La via della conoscenza non può che coniugare la dimensione personale con quella più ampia che riguarda la vita del pianeta e il senso ultimo delle cose.
Per questo le motivazioni del lavoro interiore e della ricerca della pace ADESSO si nutrono dello Spirito dell’insurrezione della nuova umanità, che vuole emergere in ciascuno di noi per trans-figurare la vecchie identità e rivoluzionare creativamente il mondo.
Buona visione!
Farsi arcobaleno
Ho seppellito il mio lamento, pima che fosse lui a seppellire me. Non ho più voglia di stare in trincea né di aspettare che qualcuno venga a salvarmi. Troppe volte ho scelto di separarmi da me stessa e dal mondo, e non l’ho fatto per nobiltà d’animo.
Mi sembrava di essere in diritto di chiedere agli altri quei riconoscimenti che io per prima non ero in grado di dare a me stessa, mi sentivo in credito, non in debito, nei confronti della vita. [Leggi di più…]
Verso l’unità
L’amore di Cristo ci spinge verso la riconciliazione. Si ispira a un passo della Seconda lettera di San Paolo ai Corinti (5, 14-20) il tema scelto per la celebrazione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani preparata quest’anno, in occasione del Cinquecentenario della Riforma, da una Commissione luterano-cattolica.
“Gioiamo della salvezza data da Dio nella croce di Cristo, che supera la divisione e ci raduna insieme – si legge nell’introduzione al materiale liturgico – Questa celebrazione confessa pubblicamente i peccati di divisione che sono seguiti alla Riforma e chiede perdono per essi”. La liturgia penitenziale propone un gesto simbolico: la costruzione di un muro costituito da mattoni su cui sono scritti i peccati che hanno innalzato il muro di divisione. [Leggi di più…]
Prima lettera per Andrea
Caro neo-nato, Uomo Nuovo, ti scrivo questa prima lettera, in un particolare momento dell’anno. Subito dopo il solstizio d’inverno la luce del giorno ricomincia a crescere e la natura inizia un nuovo ciclo vitale annunciato dalle gemme che già si preparano sugli alberi. In queste sante notti lo sguardo dell’uomo si volge spontaneamente al cielo dal quale attende una nascita.
Ogni uomo che viene al mondo come te introduce una novità stupefacente nelle nostre esistenze frenetiche e organizzatissime. Tu sei il Nuovo che scardina le certezze e le consuetudini. La forza, l’entusiasmo e l’impegno che poni in ogni tuo gioco è coinvolgente e apprendo ogni giorno da te con meraviglia la freschezza e la gioia di vivere che fanno da forte contrappeso alla mia matura età.
La violenza e l’uomo. Dall’io bellico all’io relazionale
Pubblichiamo la conferenza tenuta da Marco Guzzi il 9 novembre 2016 nell’ambito del ciclo “Uomo e dintorni. Religioni e violenza”, organizzato dallo Studio Teologico Interdiocesano e dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Fossano, nella Diocesi di Mondovì.
Introduce l’incontro il Direttore dell’ISSR, Professor don Duilio Albarello.
Segue un vivace dibattito.
Buona visione!
Fluire
Grafico funzione continua. La funzione X assume valori precisi ma muta continuamente: scorre
Mettendomi a fare meditazione, guidata dalla registrazione di un incontro del mio III° anno, mi ero seduta in balia di uno stato di preoccupazione, ansia e agitazione, per un mucchio di motivi che non starò qui ad elencarvi. Nei primi minuti sono emersi i pensieri legati a questi motivi. A seguire, avanzando un pochino nella prima fase di ascolto interiore, parallela a quella di ascolto fisico, ho osservato come quest’ansia e preoccupazione generalizzate si condensassero intorno alla paura. Non ad una paura generica, ma ad una paura specifica che io chiamo “la paura di vivere”, di esprimermi.
Ricominciamo?
Ebbene sì: confermo subito – se ci stavate pensando – che il titolo di questo post (vogliate perdonarmi) l’ho scelto anche come un omaggio tardivo alla famosa canzone di Adriano Pappalardo, alla sua energia semplice e ruvida, indubbiamente efficace. Vi rassicuro immediatamente, al contempo: non è tanto di questa che vorrei scrivere, o non esattamente. Per quanto vorrei declinare il suo ricominciamo in un senso che sento più completo e pertinente, questo sì.
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