“Per lo psicologo transpersonale Burgental il nostro problema consiste nel fatto che cerchiamo sempre il nostro sé all’esterno, nelle conferme esterne, nei successi esterni, nella sicurezza esterna. Ma “la nostra patria è all’interno. E là siamo sovrani. Finché noi non riscopriremo questa verità antica – e ciò ognuno per sé a proprio modo – siamo condannati a vagare e a cercare consolazione là dove non esiste: nel mondo esterno” (Autostima e accettazione dell’ombra, Anselm Grün) [Leggi di più…]
L’emergenza – 10^ pietra angolare dell’umanità nascente
Prosegue la pubblicazione delle “36 PIETRE ANGOLARI DELL’UMANITA’ NASCENTE”, la nuova iniziativa avviata nell’autunno del 2016, che consente anche alle persone che non partecipano ai Gruppi Darsi Pace di intuire la ricchezza della proposta di liberazione e di trasformazione offerta dal movimento fondato da Marco Guzzi.
Disegno di Davide Calandrini
Emergenza è una parola bellissima, è un affioramento:
lentamente ma inesorabilmente,
giorno dopo giorno,
qualcosa emerge in me,
il cammino di liberazione mi sta riplasmando e mi scalda…
ecco, è una fiammelle timida
che piano piano emerge dalle mie profondità,
devo scavare senza stancarmi,
ma poi la trovo e la custodisco, la curo, la metto al riparo perché finalmente cresca e diventi un fuoco di purificazione.
Questo lavoro di precisione, di dedizione, di cura verso noi stessi è ormai una vera Emergenza,
una necessità a cui rispondere in fretta,
a cui rispondere
ADESSO.
Buona visione!
Il ricordo del presente
Desideriamo sempre essere da qualche parte e fare qualche cosa.
Precisamente desideriamo sempre ciò che accadrà prossimamente: l’andare a dormire, quindi il giorno seguente, le prime preoccupazioni del mattino, poi il pranzo, gli impegni del pomeriggio e infine la cena, per poi non desiderare altro che stramazzare nel vuoto del “senza impegni”. Così facendo, il circolo vizioso della nostra vita a poco a poco ci avviluppa in una tristezza sempre più profonda, in un inganno sempre più tremendo: che la vita sia preoccuparsi della vita, che la vita sia ciò che accadrà, mai ciò che accade. [Leggi di più…]
Un grande caos
Questa mattina mi sono alzata un po’ prima dell’alba. Una mattina di un freddo e pungente gennaio e forse quando il sole sorgerà, anche oggi sarà un Sole splendente, quasi cristallino. Sembrano giorni speciali. Mi sono svegliata quasi con un gemito d’ansia, come un sussulto dell’anima che riverbera in tutto il corpo.
Da una manciatina d’anni, quasi ogni giorno è così. Mi impegno, con un piccolo a volte grande sforzo a far esistere quel gemito solo per un istante, e spostare velocemente il pensiero su qualcosa di bello che mi accompagni ad alzarmi dal letto con un po’ di fiducia nella giornata che ho davanti, altrimenti l’ansia mi potrebbe risucchiare nel suo imbuto e … ho qualche idea sul come andrebbe a finire se mi lascio andare al suo potere … non voglio che accada più. [Leggi di più…]
Dare un senso al dolore
Pubblichiamo il video della conferenza tenuta da Marco Guzzi a Siena il 30 ottobre 2015, nell’ambito del convegno “Ascoltare il dolore. Una sfida per affrontarlo”, organizzato da Quavio, associazione di volontariato per l’assistenza domiciliare gratuita in oncologia.
Concludono l’incontro il Professor Bruno Mazzocchi e la Presidente di Quavio Vanna Galli.
Vi ricordiamo che sul canale You Tube di Darsi Pace è stato pubblicato il 9° video delle 36 PIETRE ANGOLARI DELL’UMANITA’ NASCENTE.
Il titolo di questo 9° incontro del percorso è “L’Adesso” (https://youtu.be/0rIXakayDZg)
Buona visione!
Libertà di sbagliare
E’ passeggiare in riva al mare tutto solo che mi svuota. Si svuota la testa e divento piedi.
Cammino sulla sabbia del bagnasciuga e mi sembra di passeggiare tra le nuvole accompagnato dalle piccole onde che giocano a rincorrersi…poi la sabbia a tratti si trasforma in sassolini e il cammino cambia, impercettibilmente divieni più lento perché i piedi sprofondano quel nulla che ti fa fare più fatica…poco oltre una parte diviene sassi e allora non puoi non accorgerti che i piedi, premendo sopra i sassi, riempiono gli spazi vuoti sotto e lo sprofondamento è così evidente che i muscoli delle gambe fanno doppia fatica in confronto alla sabbia bagnata.
Perché Darsi Pace
L’insoddisfazione del mio camminino spirituale e il desiderio di un percorso dinamico che comprendesse le varie dimensioni della persona e mi conducesse ad una preghiera più profonda, ad un rapporto più forte con il Signore Gesù, ad un maggiore equilibrio personale e ad una capacità di amare d’avvero: questi i motivi che mi hanno portata ad iniziare l’esperienza dei gruppi Darsi pace. [Leggi di più…]
Forse non è poi così semplice
Provate a dare in mano ad un bambino un nuovo gioco, di cui si intravvedano i meccanismi interni. La sua curiosità andrà a mille e così inizierà la sfida. Tenterà di staccare qualche parte, di smembrare il giochino fino a denudarlo, ritrovandosi con una serie di pezzetti da cui difficilmente però saprà ricostruire l’oggetto da cui era partito. Tuttavia, ha visto cosa c’è dentro il suo nuovo regalo, ha preso in mano una vite, ne ha capito l’alloggiamento e il funzionamento. Certamente ha guadagnato delle conoscenze, ma ha rotto il gioco che funzionava se tutto intero.
Questo assomiglia molto a ciò che fanno gli scienziati nel loro lavoro. Infatti, il criterio di base del metodo scientifico è la semplificazione. [Leggi di più…]
La via della conoscenza: di sé, del mondo, di Dio
Pubblichiamo la conferenza di Marco Guzzi in occasione dell’incontro comune con tutti i Gruppi Darsi Pace, che si è svolto a Roma il 12 marzo 2016.
La via della conoscenza non può che coniugare la dimensione personale con quella più ampia che riguarda la vita del pianeta e il senso ultimo delle cose.
Per questo le motivazioni del lavoro interiore e della ricerca della pace ADESSO si nutrono dello Spirito dell’insurrezione della nuova umanità, che vuole emergere in ciascuno di noi per trans-figurare la vecchie identità e rivoluzionare creativamente il mondo.
Buona visione!
Farsi arcobaleno
Ho seppellito il mio lamento, pima che fosse lui a seppellire me. Non ho più voglia di stare in trincea né di aspettare che qualcuno venga a salvarmi. Troppe volte ho scelto di separarmi da me stessa e dal mondo, e non l’ho fatto per nobiltà d’animo.
Mi sembrava di essere in diritto di chiedere agli altri quei riconoscimenti che io per prima non ero in grado di dare a me stessa, mi sentivo in credito, non in debito, nei confronti della vita. [Leggi di più…]
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