Pubblichiamo il video della conferenza tenuta da Marco Guzzi al “Centro per la pace” di Bolzano nel marzo del 2014.
In un tempo di crisi antropologica, tempo di pericoli estremi e di inedite opportunità, è propizio ascoltare la voce di quei poeti che hanno annunciato l’avvento del Giorno nella notte delle civiltà e delle culture.
Lasciamo risuonare in noi il loro grido profetico e l’ardente anelito ad una salvezza integrale e profonda, che richiede la conversione del cuore e della mente.
Solo comprendendo l’ampiezza di tale prospettiva di liberazione, potremo ritrovare lo sguardo per cogliere la vera bellezza, che non è mai disgiunta dalla verità, e che porterà salute e salvezza nelle nostre anime e nell’anima dolente del mondo.
Buona visione!
Quale bellezza salverà il mondo?
Cosa è cambiato in me grazie a Darsi Pace
Non è affatto semplice o scontato rispondere a questa domanda: «Cosa è cambiato in me da quando frequento i percorsi di Darsi Pace?». Sono itinerari dello spirito, culturali, filosofici, psicologici che si intersecano o viaggiano per vie parallele che tuttavia si scrutano e dialogano tra loro. È proprio questo aspetto «multidisciplinare» che mi ha colpito e che mi indusse, dopo aver attinto qualche informazione sommaria da mia cugina Filomena, collaboratrice del gruppo, ad iscrivermi al corso telematico, non potendo raggiungere la sede di Roma, dove si tengono gli incontri fisici.
L’Insurrezione
Insorgere per noi significa dire di NO ad una cultura planetaria e ad un senso comune divenuti ormai asfissianti.
Insorgere per noi significa dire di SI ad un rinnovamento radicale del mondo, che parta però in ogni istante dalla dilatazione del nostro cuore, dalla purificazione della nostra mente, dall’areazione della nostra coscienza oltre i limiti di ogni pensiero riduzionistico sulla straordinaria avventura umana, di ogni gabbia concettuale, di ogni materialismo ottocentesco.
Liberazione interiore, appunto, PER la trasformazione del mondo.
Darsi Pace: Come attraversare la crisi
Arrivando alla fine del mio primo anno nei gruppi, ciò che sento con grande forza è che Darsi Pace nasce per rispondere alla mancanza di una risposta adeguata alla crisi che stiamo vivendo.
Tutti sappiamo, avvertiamo, un senso di crisi profonda ma cosa significa realmente questa parola? Spesso nei gruppi usiamo termini come insurrezione, politica, poesia e molti altri in un’accezione completamente nuova perciò mi vorrei soffermare sul valore della parola crisi che ritengo molto importante.
Insieme per “L’ultima lezione”
(Post ideato da Fabio Fedrigo – Paola Trovatelli – Giuliana Martina)
Il video che presentiamo è frutto di un comune lavoro che ci ha offerto l’opportunità di trascorrere tre giornate in compagnia e di approfondire la reciproca conoscenza dentro l’avventura trasformativa che stiamo vivendo.
Ci viene naturale condividerlo nel blog, spazio nel quale stiamo imparando a diventare esseri umani un po’ più relazionali.
nascenti
Sta terminando ora il mio primo anno di praticante in Darsi Pace, così quel lavoro iniziato nell’ottobre del 2014 – e quanto tempo mi sembra passato da allora – sta arrivando ad un punto importante, ad un primo piccolo ma significativo traguardo. Se ci penso, intravedo già, anche ad uno sguardo distratto, una ricchezza di parole, di incontri, di suggestioni culturali e spirituali, che solo a pensarci fa compagnia.
La Sindone
La Sindone, per la seconda volta nel III millennio cristiano, è solennemente mostrata. Migliaia di persone spinte dalla fede, dalla curiosità, dal desiderio di conoscere e di capire, si sono messe in viaggio per andare a venerarla, o semplicemente per vederla. Da quando centinaia di fotografie del telo torinese sono accessibili anche via internet che senso ha andare a vedere la Sindone dal vivo? Non si rischia di andare incontro a una profonda delusione? Considerando poi che si vede poco, e che si può sostare davanti ad essa solo per pochi minuti, che senso ha mettersi in viaggio per venerare una reliquia, un’immagine? Non rappresenta forse il sintomo di una fede un po’ pagana che dovremmo purificare?
Mai avrei immaginato
Il terzo anno della mia frequenza a Darsi pace è quasi concluso e posso dire con molta chiarezza che mai avrei immaginato quanto fosse concreto e così incisivo questo percorso. Sono partita con tutti i miei pre-concetti e pre-comprensioni, con una crisi da tempo latente nel mio cuore, ma cammin facendo l’esperienza mi ha smontata pezzo dopo pezzo.
Elettra e il Crocifisso
Recentemente ho ascoltato un adattamento radiofonico della tragedia di Sofocle e sono rimasta stordita da quanto odio trasudasse da quei personaggi. Elettra e Oreste, vogliosi di vendetta per la morte del padre Agamennone, si alleano contro la madre Clitennestra che, a sua volta, aveva covato un odio decennale contro il marito per l’uccisione della figlia Ifigenia. Una catena dell’odio che pare non abbia termine. Perché possiamo sempre trovare un “buon” motivo per odiare qualcuno e scaricargli addosso la nostra ira.
Le parole dell’insurrezione
La cosa più onesta da dire è che non sapevo proprio cosa aspettarmi. Essendo un praticante del primo anno, era la mia prima occasione di partecipare ad un intensivo. Questi tre giorni che ogni anno riuniscono tutte le annualità di Darsi Pace rappresentano certo un momento forte e qualificante del percorso. Questo lo capivo. Ciò che certamente non mi aspettavo era di poter venire preso, esattamente nel punto dove mi trovo, agganciato e portato su una traiettoria percorribile, motivata. Di procedere da arcata ad arcata, sopra il placido mare di Santa Marinella (dove eravamo riuniti), percorrendo gli infiniti chilometri che separano il non senso dalla prospettiva ragionata e pertanto (di nuovo) ragionevole di un cammino. Possibile, pensabile. Pronunciabile. A parole.
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