Sta terminando ora il mio primo anno di praticante in Darsi Pace, così quel lavoro iniziato nell’ottobre del 2014 – e quanto tempo mi sembra passato da allora – sta arrivando ad un punto importante, ad un primo piccolo ma significativo traguardo. Se ci penso, intravedo già, anche ad uno sguardo distratto, una ricchezza di parole, di incontri, di suggestioni culturali e spirituali, che solo a pensarci fa compagnia.
La Sindone
La Sindone, per la seconda volta nel III millennio cristiano, è solennemente mostrata. Migliaia di persone spinte dalla fede, dalla curiosità, dal desiderio di conoscere e di capire, si sono messe in viaggio per andare a venerarla, o semplicemente per vederla. Da quando centinaia di fotografie del telo torinese sono accessibili anche via internet che senso ha andare a vedere la Sindone dal vivo? Non si rischia di andare incontro a una profonda delusione? Considerando poi che si vede poco, e che si può sostare davanti ad essa solo per pochi minuti, che senso ha mettersi in viaggio per venerare una reliquia, un’immagine? Non rappresenta forse il sintomo di una fede un po’ pagana che dovremmo purificare?
Mai avrei immaginato
Il terzo anno della mia frequenza a Darsi pace è quasi concluso e posso dire con molta chiarezza che mai avrei immaginato quanto fosse concreto e così incisivo questo percorso. Sono partita con tutti i miei pre-concetti e pre-comprensioni, con una crisi da tempo latente nel mio cuore, ma cammin facendo l’esperienza mi ha smontata pezzo dopo pezzo.
Elettra e il Crocifisso
Recentemente ho ascoltato un adattamento radiofonico della tragedia di Sofocle e sono rimasta stordita da quanto odio trasudasse da quei personaggi. Elettra e Oreste, vogliosi di vendetta per la morte del padre Agamennone, si alleano contro la madre Clitennestra che, a sua volta, aveva covato un odio decennale contro il marito per l’uccisione della figlia Ifigenia. Una catena dell’odio che pare non abbia termine. Perché possiamo sempre trovare un “buon” motivo per odiare qualcuno e scaricargli addosso la nostra ira.
Le parole dell’insurrezione
La cosa più onesta da dire è che non sapevo proprio cosa aspettarmi. Essendo un praticante del primo anno, era la mia prima occasione di partecipare ad un intensivo. Questi tre giorni che ogni anno riuniscono tutte le annualità di Darsi Pace rappresentano certo un momento forte e qualificante del percorso. Questo lo capivo. Ciò che certamente non mi aspettavo era di poter venire preso, esattamente nel punto dove mi trovo, agganciato e portato su una traiettoria percorribile, motivata. Di procedere da arcata ad arcata, sopra il placido mare di Santa Marinella (dove eravamo riuniti), percorrendo gli infiniti chilometri che separano il non senso dalla prospettiva ragionata e pertanto (di nuovo) ragionevole di un cammino. Possibile, pensabile. Pronunciabile. A parole.
Cristo la nuova umanità (3)
Si conclude con questo video la pubblicazione del corso che Marco Guzzi ha tenuto al ‘Claretianum’ (l’Istituto di teologia della vita consacrata dell’Università Lateranense) sul tema: “Nuove figure di santità. Verso una nuova centralità contemplativa” nel marzo di questo anno.
Le parole dei poeti rinnovano la vita
Chi è poeta oggi? Oggi il poeta è uno dei pochi esseri umani davvero vivi e contemporanei, in cui la fine di un mondo diviene annuncio di un nuovo inizio: la nuova umanità che preme in ognuno di noi è essenzialmente poetica.
Tradimento
Il lavoro che facciamo nei nostri gruppi ci porta a scendere nel baratro delle nostre emozioni, negli abissi dei nostri inferi; compiamo questa discesa nella fede/fiducia che il fondo del baratro non è l’annientamento temuto dall’ego, ma apertura verso la Luce. In questo lavoro da speleologi apprendiamo a conoscere divenendo, scopriamo teologie scritte nella nostra carne.
La condivisione dell’esercizio in 9 Punti (‘Per-donarsi’ p.121-128) di una dei partecipanti al piccolo gruppo mi ha rivelato qualcosa del vissuto originario della scissione, del Mistero della Ferita di Origine.
Darsi, Pace
Darsi, fermiamoci qui.
Contempliamo un momento questo riflessivo che si lancia come una sfida nei confronti di una realtà in cui tutto è improntato alla delega, dalla famiglia alla scuola passando per la religione, la politica e la cultura; delega che sottintende sfiducia, che ci comunica un “lascia stà.. fai fare a me, stà bono lì.. ce penzo io”.
Veniamo sistematicamente scoraggiati persino dal legittimo farci domande, di porne poi, neanche a parlarne! Tutto un fast food, devi solo comprare il microonde. Ma permettete che, visto che se faccio degli errori poi il conto lo portano a me, almeno sia io a scegliere, o a cercare, o a capire che ci sta succedendo?!
Cristo la nuova umanità (2)
Prosegue la pubblicazione del corso che Marco Guzzi ha tenuto al ‘Claretianum’ (l’Istituto di teologia della vita consacrata dell’Università Lateranense) sul tema: “Nuove figure di santità. Verso una nuova centralità contemplativa” nel marzo di questo anno.
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