Le fiabe tradizionali sono scrigni di sapienza antropologica e quindi gli adulti fanno bene a leggerle per sé stessi e per farle conoscere ai piccoli, questi amano sentirsi raccontare più e più volte sempre lo stesso testo perché possono così rivivere le emozioni profonde che la narrazione trasmette loro.
Il brutto anatroccolo
A chi non è mai capitato di sentirsi almeno una volta un brutto anatroccolo?
Sentirsi fuori posto, un po’ imbranati, incapaci di adattarci a quello che gli altri ci chiedono di essere.
La fiaba di Andersen racconta proprio questo. Un anatroccolo diverso dai suoi fratelli, bravo a nuotare ma bruttino e un po’ sgraziato, viene cacciato dal suo nucleo familiare per la sua diversità e vaga da uno stagno all’altro, da una casa all’altra, raccogliendo solo rifiuti e isolamento. Rischia anche di morire congelato finché un giorno, al colmo della disperazione, scopre che la sua diversità non è altro che una bellezza inaspettata: egli è in realtà un cigno, ed è proprio lì, in mezzo agli altri cigni, che finalmente trova accoglienza e affetto.
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